La solidarietà per i lavoratori della Mangani, mi sembra
scontata, quindi non voglio ripetere la solita frase di molti politici che sono
intervenuti su questa vicenda. Del resto con la solidarietà della politica,
nonostante sia apprezzabile, questi 32 lavoratori non andranno avanti. Credo
che ci voglia qualcosa di più. L’augurio che voglio invece fare a tutte queste
persone che si uniscono alle molte altre che sul territorio negli ultimi anni,
hanno perso il lavoro o sono vicine a perderlo, è quello di essere forti e di
non smettere mai di lottare. Ma soprattutto quello di poter valutare la
possibilità di unirsi in un progetto più ampio, per fondare una cooperativa di lavoratori. Su un
progetto del genere, potrebbero benissimo dare il proprio contributo, le
istituzioni, cercando di favorire un simile insediamento. Da quanto ho potuto
apprendere, uno dei motivi della crisi della Mangani, è stato la mancanza di
ordini a causa della difficile situazione economica internazionale. Voglio però ripetere le stesse
parole che ho usato nel mio intervento sulla Ginori di Sesto Fiorentino, a mio
avviso, certi prodotti, anche se validissimi, sono ormai fuori mercato a causa
dei cambiamenti degli usi e costumi della nostra società. La nostra sfida deve
partire proprio da questa considerazione. In futuro andranno avanti quelle
aziende che riusciranno a trovare nuovi mercati ma soprattutto avranno nuove
idee. In questo caso non siamo davanti ad una azienda che chiude per de
localizzare perché ha più convenienza a produrre in altri paesi. La Mangani
invece è una bella azienda locale che vuole rimanere in questo territorio ma
non ha ordini per andare avanti. Un cambiamento di produzione, la potrebbe
salvare. E’ fondamentale che i lavoratori e la proprietà, abbiano nuove idee, e
la politica locale faccia il proprio dovere, cioè quello di facilitare dei
nuovi investimenti. Voglio ricordare che in questi ultimi anni, molti giovani
imprenditori italiani hanno investito “poco” denaro in “grandi” idee e sono
riusciti a conquistare nuovi mercati e
ad aumentare il numero dei lavoratori all’interno della loro azienda. In questi giorni con il mio segretario
regionale dell’Ugl, sto portando avanti un progetto che potrebbe aiutare
proprio delle situazioni simili a quella della Mangani. Voglio proporre alla
politica locale, un nuovo progetto, quello dell’”azienda a costo zero”. Appena
lo avrò completato con l’aiuto del mio sindacato, lo presenterò alla stampa e
alle varie istituzioni.
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