LA COLPA NON E’ DELLE AZIENDE MA DELLA POLITICA
Come responsabile della Piana fiorentina dell’Ugl vorrei
intervenire sulla questione della Calvin Klein che ha annunciato di voler
dismettere le attività all’Osmannoro (Sesto Fiorentino) e di licenziare 150 lavoratori.
Questo brutto film mi pare di averlo già visto negli ultimi anni, ormai molte aziende preferiscono
delocalizzare ed il motivo è sempre lo stesso “l’interesse di marketing” legato
anche alla crisi. E’ inutile girarci intorno, la globalizzazione sta mettendo
in ginocchio la nostra economia e i primi a pagarne le conseguenze sono i
lavoratori. Come sempre non sono mancate le passerelle dei vari politici di
turno, in questo caso è toccato al Sindaco Gianassi e all’Assessore Drovandi,
ho anche apprezzato la solita battaglia di Rifondazione comunista fatta dal
Consigliere Calò e Verdi. Ben venga la solidarietà di tutti, i lunghi documenti
presentati nelle varie istituzioni, ma anche le prediche dei vari sindacati o
categorie interessate, ma purtroppo con la nostra solidarietà questi lavoratori
non riavranno il proprio impiego e chissà cosa andranno a fare visto la carenza
di occupazione presente sul nostro territorio. Questo fenomeno ha dimensioni
ben più grandi per poterlo risolvere a livello locale ma anche nazionale.
Certamente gli ammortizzatori sociali sono uno strumento importante, ma non
sono a vita e quel che preoccupa di più è proprio il futuro. Preoccupano non
solo le chiusure di piccole, medie e grandi imprese sul territorio, ma anche
l’assenza di nuove aperture. Non c’è dubbio che la globalizzazione non sia
stata governata da chi aveva il dovere di farlo, ricordo infatti che noi
facciamo parte della Comunità Europea e che a mio avviso ha sottovalutato il
fenomeno oppure ci ha guadagnato ad ignorarlo. Bisogna però ricordare che
spesso le aziende delocalizzano in paesi che fanno parte dell’Europa. Le
aziende guardano ai profitti e alla convenienza e non ai discorsi. Il nostro
paese è rimasto indietro rispetto al resto del mondo e non parlo solo del mondo
Occidentale ma anche Europeo. Purtroppo la colpa è della politica e di tutti i
soggetti che non hanno permesso lo sviluppo del nostro paese. Noi non abbiamo
molto da offrire a questo mondo globalizzato e infatti le aziende scappano.
Un’azienda che investe in Italia, non lo fa per fare volontariato. Se non ha
profitti certi, preferisce o delocalizzare o ancora peggio non investire nel
futuro di un paese “primitivo”, “non moderno”, svantaggiato da troppa
burocrazia inutile, penalizzato da una giustizia lunghissima, da uno Stato che
chiede troppe tasse senza dare servizi che non premia la meritocrazia e che ha
costi elevatissimi per la gestione aziendale. In Italia, in tutti questi anni
ha vinto la politica del no. No alle centrali nucleari, no alla Tav, no al
progresso; il nostro è un paese formato da persone paurose e la politica per
convenienza e per non perdere voti, ha preferito non fare scelte difficili, ma
strategiche per il futuro. Ora purtroppo è tardi e tutti noi paghiamo le
conseguenze. Mi preme sottolineare che un esempio è proprio su questo
territorio. Dell’aeroporto di Firenze, si parla da anni, per ora abbiamo
sentito solo grandi discorsi e litigi, mancano le scelte, il coraggio. La
politica deve parlare, litigare meno e agire di più. Voglio ricordare che l’Ugl
sta facendo una proposta interessante a livello nazionale proprio sulla
“globalizzazione”, nei prossimi mesi per pubblicizzarla, ci saranno anche
alcune iniziative importanti sul territorio.
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