mercoledì 16 gennaio 2013

Cerchi lavoro?

In Italia i centri per l'impiego intermediano poco, esattamente come altrettanto poco intermediano le agenzie per il lavoro, in quanto in Italia e' troppo incentivato l'uso di gestire le assunzioni tra amici e parenti.
Sarebbe forse utile non pensare a rischiose privatizzazioni ma a strumenti che inducano le aziende ad avvalersi dei canali ufficiali per la ricerca dei lavoratori, in questo modo il mercato del lavoro, risulterebbe davvero più democratico e dunque a mio avviso più efficiente
Uno slogan che e' sempre più di moda e' quello della privatizzazione dei servizi per l'impiego. Ricordo infatti che gli uffici di collocamento non esistono più dal 1987 (legge 56). Nel 2000 muore definitivamente il concetto di collocamento con l'eliminazione di tutte le liste di collocamento, escluse quelle delle categorie protette legge 68/99 che tutt'ora esiste e nascono gli attuali centri dell'impiego. In sintesi i servizi per l'impiego nel settore pubblico, negli ultimi venti anni, hanno subito una profonda trasformazione.
Legge 223/91: le aziende possono assumere senza accedere attraverso le graduatorie delle liste di collocamento
Legge 59/97 "la bassanini", e il successivo Dlgs 467/97, delega delle funzioni e i compiti riguardanti il collocamento dei lavoratori e delle politiche attive del lavoro agli enti locali, anche nell'organizzazione delle attività di orientamento.
L'attività di mediazione tra domanda ed offerta di lavoro può essere svolta dalle agenzie per il lavoro.
Legge n. 196/97 (c.d. Pacchetto Treu), sono istituite le agenzie di mediazione di manodopera.
Dlgs 181/2000 integrato dal Dlgs 297/2002: decadono tutte le liste di collocamento, e' introdotto il termine di "colloquio di orientamento"
D.M. 276/2003 tradotto nella legge 30 "Legge Biagi", diventano operative le attività e i servizi delle "agenzie per il lavoro" di supporto al mercato e di supporto alla ricollocazione professionale.
Dl 251: potenziare i servizi per l'impiego al fine di collegare e coordinare l'erogazione delle prestazioni di disoccupazione e percorsi di formazione e inserimento lavorativo, in coordinamento con gli enti previdenziali preposti all'erogazione dei relativi sussidi e benefici.
Oggi negli attuali centri per l'impiego, si viene accolti con molta gentilezza, si parla di analisi dei bisogni, bilancio di competenze, progetto professionale, ricerca attiva, percorsi d'orientamento, ma non si parla di "vero" lavoro e quindi questi uffici risultano per molti motivi inefficienti ed inutili.
Lo scorso anno sono stati scritti ben due articoli piuttosto diffusi sul tema che mi hanno dato alcuni spunti interessanti. I due interventi sono stati di Giampiero Galli su il Sole 24 " Il rilancio parte dal lavoro", l'altro approfondimento e' di Francesco Giubileo su la Voce "La via inglese del collocamento". Il primo propone la soluzione del potenziamento dell'investimento di risorse pubbliche, per rafforzare i servizi pubblici.
Opposta invece l'idea di Galli, pur avendo rilevato l'incomparabile limitatezza delle risorse pubbliche italiane, afferma che per quanti sforzi si possono fare per rendere efficienti gli uffici del lavoro e coordinarli con l'Inps, e' difficile immaginare che sia il settore pubblico a risolvere il problema. Il collocamento infatti come ho già detto e' stato per anni ed anni, il simbolo dell'inefficienza dello Stato, capace solo di produrre grandi file. Finche' con il d.lgs 469/1996, il legislatore decise, nell'ambito del processo di decentramento delle funzioni amministrative dello Stato agli enti locali, di non affidare direttamente il collocamento alle regioni, che a loro volta tra il 1999 e il 2000, lo assegnarono alle province. Dunque, dopo centinaia di anni di gestione statale inefficiente, si e' preteso che le province disponendo delle limitatissime risorse, trasformassero gli uffici del lavoro, in qualcosa di diverso. E' vero che in questi anni non sono certamente mancate le risorse del Fondo sociale europeo e dello Stato, ma sono stati flussi di sola spesa corrente, non destinabili ad investimenti prolungati, le province non hanno potuto investire in nuovo personale per rinnovare l'inefficiente sistema perché nel frattempo il patto di stabilita' ha fermato ogni buona volontà. L'idea e lo scopo da raggiungere era quello di avvicinarsi al modello sella Danimarca. In Danimarca infatti, ogni impiegato dell'ufficio di collocamento si deve occupare di 17 persone in cerca di lavoro. In Italia invece ogni dipendente ha la responsabilità di circa 150 persone. Un confronto impietoso. In Italia poi abbiamo numerosi problemi legati al lavoro, voglio ricordare ad esempio lo strumento degli ammortizzatori sociali. Questo infatti nato con l'intento di temporanea assistenza ai lavoratori di aziende in crisi, e' diventato nel tempo una pre-disoccupazione vera e propria, con un sistema che non incentiva il ritorno al lavoro e la riqualificazione lavorativa. Il paradosso in Italia e' che più di 500.000 persone sono sostenute senza nulla in cambio, dall'altra parte ci sono più di 300.000 posti scoperti nel settore artigianale che farebbe buon uso di risorse umane ed economiche. Evidentemente il sistema creato negli ultimi 20 anni non sta dando buoni frutti. Eppure l'unico problema sponsorizzato per i vari sindacati, e' quello dell'articolo 18. Mi sembra che i problemi siano altri.
E' anche giusto ricordare che ai sensi dell'articolo 1, comma 1 della Costituzione "L'Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il lavoro dunque e' un diritto fondamentale del cittadino italiano che deve essere garantito dallo Stato e gli altri enti che con esso concorrono a costituire la Repubblica. Essendo un diritto, le prestazioni ad esso connesse non possono che essere rese dal pubblico, finanziate dalla fiscalità generale. Il privato deve poter intervenire secondo il (trattato UE), non e' consentito un monopolio pubblicistico dei servizi per il lavoro.
Negli ultimi mesi ho fatto una piccola ricerca sul territorio, le agenzie interinali, nate come funghi in autunno, sono sempre più criticate. Ultimamente propongono lavori poco interessanti, porta a porta, contratti nei centri commerciali per i weekend e comunque non si capisce quali siano i loro criteri di valutazione e meritocrazia nella seleione del personale. Molte persone che si sono rivolte a loro dichiarano di non essere mai state chiamate nonostante avessero i requisiti richiesti. Molto spesso queste agenzie sono gestite da multinazionali. Dall'altra parte ci sono i vari centri per l'impiego che ormai hanno, come ho già detto, un unico scopo di formazione e orientamento. E' evidente che l'unico modo che hanno i lavoratori in cerca di un impiego e' quello della conoscenza, parentela oppure porta a porta o internet. Le conseguenze sono evidenti, chi cerca personale si rivolge agli amici, parenti o direttamente ai propri lavoratori già impiegati nell'azienda, oppure contatta un'agenzia interinale. La prima soluzione e' la preferita. Negli ultimi mesi, facendo un tour per le varie aziende del mio territorio, alcuni imprenditori mi hanno effettivamente confermato questa situazione. Loro stessi mi hanno confessato di avere problemi con le agenzie interinali e di preferire una gestione pubblica efficiente. Ad esempio, potrebbe essere lo stesso comune a fare da mediatore tra le aziende e i propri cittadini che cercano lavoro. Per assurdo ci potrebbero essere nel solito paese datori di lavoro in cerca di personale e disoccupati che non riescono a trovarlo a volte anche per pigrizia o per mancanza di coraggio o carattere. So di tornare indietro, ma sono più che convinta che le assunzioni dovrebbero passare per i vari centri dell'impiego pubblici, magari anche finanziati da privati. Intorno a questo argomento c'e' un silenzio assordante. Eppure basta pubblicizzare sui vari social network il problema e subito non mancano messaggi di protesta, ad esempio:
"le agenzie interinali? Una vergogna. Chi paga il guadagno delle agenzie interinali? Facile...il lavoratore! Le agenzie che fanno da intermediari tra il disoccupato e l'azienda che ha bisogno di un lavoratore, il guadagno dell'agenzia sta nella differenza tra il corrispettivo orario pagato dall'azienda alle agenzie e il corrispettivo orario pagato dall'agenzia al disoccupato.
Ricordo che le agenzie interinali sono state legalizzate da un governo di centrosinistra l'art. 1 del pacchetto Treu, l'attuale Presidente della Camera era Fausto Bertinotti.
L'intermediazione in Italia e' vietata, solo questa e' un'eccezione. Le solite buffonate all'italiana.
C'è poco lavoro ma le agenzie interinali nascono come funghi, le aziende assumono per convenienza persone per periodi limitati con molteplici convenienze economiche e ciò che resta e' per l'agenzia, il resto, briciole al povero operaio....han creato un meccanismo infernale". Dopo questi commenti ricordo che le agenzie interinali non guadagnano sulla busta paga del lavoratore, ma sarà il datore di lavoro a fornire alla società una determinata percentuale aggiuntiva in base agli accordi sottoscritti. Ad esempio, se un determinato lavoro e' retribuito con dieci euro l'ora, l'agenzia chiederà all'azienda per il suo iscritto undici euro, guadagnando così un euro. Mi chiedo, chi vigila su tutto questo? Siamo sicuri che dietro non ci sia un meccanismo di caporalato autorizzato dallo Stato? Continuerò questa mia battaglia che porterò all'attenzione della politica locale e nazionale, chiudo questa mia analisi con una frase presa proprio da un amico di Fb che sull'argomento mi ha scritto " L'intermediazione di manodopera e' vietata ma non l'intermediazione del lavoro.....che razza di legge e' questa?".

mercoledì 2 gennaio 2013

LA PAGHERANNO MOLTO CARA...

Sono arrabbiata, delusa, disposta a tutto pur di far sentire il mio grido di disperazione. Lo ammetto, non sono mai stata una donna di partito, tutt'altro, una ribelle senza regole. Di questo mio modo di essere ne sono orgogliosa. Sono una rivoluzionaria, questo mi ha portato ad essere una persona amata dagli "scontenti" e odiata dai "servi" di partito. Ho sempre incoraggiato il cambiamento, non a caso mi sono schierata a favore di Renzi e l'ho aiutato nelle primarie. Dio mio che delusione anche lui...spero che non si offenda, un grande rivoluzionario lo e' sempre non a mesi alterni, mi sarei aspettata una reazione diversa. Lui aveva ed ha ancora i numeri per creare un suo movimento, preferisce aspettare e questo lo penalizzerà, diventerà uno come tanti, che attende il momento giusto. Per fare la rivoluzione tutti i momenti sono buoni!!! Questo che stiamo vivendo e' proprio favorevole. Sono stanca, ho criticato Monti un anno fa, ed oggi lo trovo il meno peggio dell'offerta politica presente a livello nazionale.Vorrei dare l'ultima possibilita' a Berlusconi perché sono una donna fedele a certe idee ma per ora ho visto solo grandi slogan e nessun cambiamento. Ci volevano le primarie per selezionare il candidato alla Presidenza del Consiglio di centrodestra? Può essere, ma organizzate bene. Non siamo riusciti a farle. Ci volevano delle primarie per selezionare i futuri Parlamentari presenti nelle liste del Pdl? Può essere, non siamo riusciti a farle. Insomma, qualcuno si chiedera', cosa abbiamo fatto per cambiare il partito e migliorarlo? Assolutamente niente!!! Almeno fino ad ora! Sono contraria alle primarie ma in mancanza di una riforma elettorale sarebbe stato l'unico modo per mettere in lista dei nomi selezionati dal basso, dagli elettori e non dai dirigenti di partito. Io sarei stata una di quelle persone che si sarebbe messa in gioco e invece, e' sempre la solita storia! Ma ormai e' tardi! Ogni giorno decine di persone mi chiedono cosa dovranno votare, per ora non rispondo. Aspetto di vedere i nomi presenti nelle famose liste che lo stesso Berlusconi promette di rivoluzionare. E' l'ultima possibilità  che darò al Presidente, se i nomi saranno quelli presenti fino ad oggi e non ci sarà la famosa rivoluzione promessa, faro' una guerra senza precedenti ma soprattutto una campagna elettorale intensa, giorno e notte dicendo a chi mi segue, di votare nuovi partiti o ancora meglio votare il partito dell'astensionismo, quello sarà veramente composto da facce nuove e pulite!!! Il futuro del Pdl ora e' in mano ai dirigenti, a loro la scelta di cambiare seriamente per far crescere nuovamente il partito, oppure scomparire per sempre!!! Io faro' le mie scelte in base alle loro decisioni!!!