venerdì 30 marzo 2012
Caro Capogruppo del Pd.....
Ieri pomeriggio si è svolta la commissione Affari Istituzionali, nella quale sono state fatte le nomine del Presidente e del Vice. Voglio ricordare che per regolamento la nomina del Presidente della prima commissione spetta alle minoranze. Dopo settimane di discussioni, devo dire che le minoranze, il Popolo della Libertà, il gruppo misto (Di Leone e Simonetti) e il gruppo della Libertà (Settimelli e Raspanti), hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e si sono accordate sulla mia nomina a Presidente. Del resto io sono l’unico consigliere, non solo presente in quella commissione dall’inizio di questa legislatura, ma anche il più anziano in termine di preferenze prese alle elezioni amministrative. Voglio poi ricordare che sono l’unica esponente del gruppo del Popolo della Libertà anche se alcuni consiglieri delle varie minoranze sono ancora iscritti al partito. Sarebbe utile che lo stesso Pdl, facesse chiarezza per una questione di serietà verso i propri elettori. Devo essere sincera, e lo farò, non ho mai ambito a certe cariche istituzionali, come quella daVice Presidente del Consiglio Comunale o la Presidenza della I commissione, questo perché avendo un carattere molto battagliero, preferisco non avere obblighi ed essere libera, sappiamo benissimo che certe "responsabilità" impongono un comportamento più equilibrato che caratterialmente mi ha sempre contraddistinto rispetto agli altri consiglieri; insomma in questo consiglio comunale, se c’è da litigare, da protestare e da battagliare, la prima sono io. Per responsabilità verso il mio partito, accetterò questa nomina e cercherò di avere toni più moderati pur svolgendo con dura opposizione il mio lavoro.Voglio in ultimo sottolineare, la delusione verso le solite parole del Capogruppo del Pd Sansone che fa parte della commissione, la maggioranza infatti sulla mia nomina si è astenuta motivando qualche perplessità sul mio rispetto verso le istituzioni. Chissà perché per il Pd, l’unica "pecora nera" sono solo io, forse perché sono quella di cui hanno più paura? Il Capogruppo mi parla di rispetto delle istituzioni, vorrei ricordargli che le mie proteste sono sempre state per la tutela dei diritti dei più deboli, coloro che dovrebbero essere difesi proprio dalla sinistra. Le istituzioni sono espressione e proprietà del popolo, io credo di essere stata fino ad oggi la più rispettosa. Forse Sansone ha un’idea del rispetto, tutta sua. Nella vita, nel lavoro e nei vari ruoli istituzionali che ricopro, ho sempre dimostrato rispetto, coerenza e onestà, certo caro Sansone, non mi sono mai considerata una "pecora"! Ma credo che questo sia un onore e non un difetto. Voglio poi ricordare a Sansone che le sue dichiarazioni sono "discriminatorie", mi chiedo perché non ha dato al Sindaco di "irrispettoso" quando "in mutande", con la fascia tricolore, contro il Governo Berlusconi, è sceso in piazza. Sig Sansone, ma la fascia tricolore non è un simbolo delle istituzioni? Perché verso di me ha urlato allo scandalo? Forse perché sono una donna? Perché sono del Pdl? O forse perché le mie proteste sono più di sinistra che di destra e questo al partito democratico crea un certo nervosismo? Bene, i tempi sono cambiati, voi rimanete come sempre zitti e buoni anche davanti alle riforme "di destra" del Governo Monti, io invece, una pidiellina rivoluzionaria, preferisco scendere nelle piazze con i lavoratori e portare avanti le mie proteste per la difesa dei più deboli. E’ proprio vero, la politica in questo paese, è cambiata! Voglio ribadire i miei auguri di buon lavoro al Vice Presidente nominato all’unanimità, il consigliere Olga Bolognesi.
lunedì 26 marzo 2012
SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELLA MANGANI
La solidarietà per i lavoratori della Mangani, mi sembra
scontata, quindi non voglio ripetere la solita frase di molti politici che sono
intervenuti su questa vicenda. Del resto con la solidarietà della politica,
nonostante sia apprezzabile, questi 32 lavoratori non andranno avanti. Credo
che ci voglia qualcosa di più. L’augurio che voglio invece fare a tutte queste
persone che si uniscono alle molte altre che sul territorio negli ultimi anni,
hanno perso il lavoro o sono vicine a perderlo, è quello di essere forti e di
non smettere mai di lottare. Ma soprattutto quello di poter valutare la
possibilità di unirsi in un progetto più ampio, per fondare una cooperativa di lavoratori. Su un
progetto del genere, potrebbero benissimo dare il proprio contributo, le
istituzioni, cercando di favorire un simile insediamento. Da quanto ho potuto
apprendere, uno dei motivi della crisi della Mangani, è stato la mancanza di
ordini a causa della difficile situazione economica internazionale. Voglio però ripetere le stesse
parole che ho usato nel mio intervento sulla Ginori di Sesto Fiorentino, a mio
avviso, certi prodotti, anche se validissimi, sono ormai fuori mercato a causa
dei cambiamenti degli usi e costumi della nostra società. La nostra sfida deve
partire proprio da questa considerazione. In futuro andranno avanti quelle
aziende che riusciranno a trovare nuovi mercati ma soprattutto avranno nuove
idee. In questo caso non siamo davanti ad una azienda che chiude per de
localizzare perché ha più convenienza a produrre in altri paesi. La Mangani
invece è una bella azienda locale che vuole rimanere in questo territorio ma
non ha ordini per andare avanti. Un cambiamento di produzione, la potrebbe
salvare. E’ fondamentale che i lavoratori e la proprietà, abbiano nuove idee, e
la politica locale faccia il proprio dovere, cioè quello di facilitare dei
nuovi investimenti. Voglio ricordare che in questi ultimi anni, molti giovani
imprenditori italiani hanno investito “poco” denaro in “grandi” idee e sono
riusciti a conquistare nuovi mercati e
ad aumentare il numero dei lavoratori all’interno della loro azienda. In questi giorni con il mio segretario
regionale dell’Ugl, sto portando avanti un progetto che potrebbe aiutare
proprio delle situazioni simili a quella della Mangani. Voglio proporre alla
politica locale, un nuovo progetto, quello dell’”azienda a costo zero”. Appena
lo avrò completato con l’aiuto del mio sindacato, lo presenterò alla stampa e
alle varie istituzioni.
Caro segretario Alfano, l'articolo 18 non si tocca!
Non sono favorevole a questa riforma sul lavoro,
non penso che modificando l'articolo 18 si possa creare più occupazione, anzi,
credo proprio che sia il contrario. La flessibilità è una parola che non mi
piace, significa togliere ai lavoratori quei pochi diritti che si sono
conquistati in molti anni di dure battaglie. La crisi economica e occupazionale
non può e non deve essere pagata dai soliti lavoratori ma da chi veramente l'ha
creata. Bisogna cominciare a dire la verità, la globalizzazione e le multinazionali
stanno distruggendo tutti i diritti dei lavoratori e vorrebbero imporre gli
stessi trattamenti che sono riservati a quelli nei paesi emergenti che da
sempre sono stati sfruttati. Questo è il Governo delle banche e della finanza,
nonchè delle multinazionali. La riforma proposta dal Ministro Fornero andrà ad
accontentare le multinazionali e le grandi aziende e non certamente i
lavoratori. Se un lavoratore dipendente potrà essere licenziato con una
semplice "crisi aziendale", visto la situazione economica in cui si
trovano oggi molte medie e grandi imprese, praticamente il licenziamento, sarà
uno degli strumenti più utilizzati per selezionare i lavoratori. Questo è il
vero problema. Si faciliterà il lavoro a "cottimo" e chiunque proverà
a ribellarsi, con la scusa della crisi, verrà immediatamente licenziato con un
indennizzo. A questo punto si potrebbe liberalizzare tutto il lavoro e abolire
il "dipendente", è evidente che senza più regole rigide, i lavoratori
dipendenti, saranno ormai simili ai lavoratori "autonomi". Tanto
vale, eliminare il lavoro "dipendente" e renderlo
"autonomo", ogni lavoratore potrebbe aprire una piccola partita Iva,
stipulare un contratto privato con l'azienda dove verrebbero precisati tutti
gli obblighi dell'uno e dell'altro. In questo modo il lavoratore sarebbe libero
di decidere quante ore lavorare e potrebbe stabilire il proprio stipendio in
base alla propria bravura. La differenza a questo punto sarebbe solo per il
pagamento delle tasse, il lavoratore dipendente le paga direttamente in busta
paga, l'autonomo le versa personalmente. Lo so che è una proposta
"choc", ma è quello che veramente ci regalerà la modifica
dell'articolo 18, così come è stata pensata da questo Governo. Se passerà
questa riforma, bisognerà cambiare il nome di questi lavoratori, non più
"dipendenti" ma
"liberi" o come ho già detto "autonomi". Non si può
pensare che un'azienda in crisi possa licenziare e l'anno successivo, essendosi
ripresa, non abbia l'obbligo di dover riassumere il lavoratore allontanato. Tanto
vale che un lavoratore sia sempre libero e possa decidere da chi e come
lavorare. Forse una proposta del genere colpirebbe i sindacati che non
avrebbero più la possibilità di avere i soldi delle tessere, potrebbero
comunque prestare una tutela diversa. Mi chiedo come si possa continuare a dire
che in questo paese il lavoro è tutelato, dopo questo decreto, non più, il
Ministro Fornero ha dichiarato che andrà avanti anche senza l'accordo delle
parti sociali, credo che sia una dichiarazione vergognosa, non accettabile in un paese
"democratico" e "civile". Se una frase del genere l'avesse
detta un Ministro del Governo Berlusconi, la sinistra avrebbe fatto la
"rivoluzione", ora mi chiedo quella stessa sinistra che ha sempre
detto di difendere i più deboli e i lavoratori, che fine abbia fatto. Siamo in
presenza di una sinistra di serie A e di serie B. E la Cgil, quale parte
intende difendere? Per quanto mi riguarda so benissimo che sia il mio
sindacato, l'Ugl, che il mio partito, sono abbastanza favorevoli a questa
riforma. Bene, io no, sono contraria e ancora una volta ho il coraggio di
dichiararlo, il centrodestra è stato votato da tantissimi lavoratori
dipendenti, io intendo scendere in piazza con loro contro l'articolo 18. Una
"rivoluzionaria di destra" che non accetta questa
"dittatura" finanziaria a favore delle lobbies e non del popolo
venerdì 16 marzo 2012
C'E' UN SOLO MODO PER LIBERARSI DA QUESTA DITTATURA FINANZIARIA!
Siamo stati svenduti senza saperlo ed ora tornare indietro
sembra impossibile. Mentre tutti erano impegnati a far cadere Berlusconi,
ricordo la noiosa frase di Bersani “Berlusconi si deve dimettere” c’era chi in
altre sedi e non certamente quelle del Parlamento, tramava contro il nostro
paese. L’obiettivo? Impoverire l’italia e rendere il popolo schiavo dei poteri
forti. Ma la cosa più bella è che noi stessi, involontariamente foraggiamo con
i nostri consumi queste società. E chi sono questi grandi mostri mondiali? Sono
gruppi di grandi industrie occidentali: TABD, ESLG, ICC, IN, ERT, LOTIS,
American Enterprise Institute, Philip Morris Institute, European Policy Center
ecc. La lista continua ma rischierei di annoiarvi. Quindi noi popolo italiano
ogni giorno con i nostri consumi, andiamo ad aumentare i guadagni di queste
grandi società. Queste lobbies si sono impadronite del mondo politico,
economico e accademico grazie alle nostre borse della spesa. Tutto, ma proprio
tutto quello che consumiamo aiuta queste multinazionali a crescere, dalle
medicine, al telefonino, ai generi alimentari ai preservativi, al Viagra, alle
auto ma anche i servizi e il divertimento, come ad esempio il cinema. Siamo
schiavi di una “dittatura finanziaria” e quel che è peggio che non possiamo
neanche ribellarci, perché siamo complici del sistema. Detto questo, bisogna
ricordare che la maggior parte della ricchezza mondiale è in mano a poche
famiglie e a gruppi di persone che noi conosciamo bene, in alcuni di questi
spuntano nomi come Monti, Marcegaglia, Frattini, Tremonti e chi più ne ha più
ne metta. Ci hanno illuso, fregato e ci hanno fatto credere che il nemico era
la destra o la sinistra, diciamo ancora meglio, i pro o gli anti Berlusconi. E
invece nessuno si era accorto, troppo preso dai vari scandali, attacchi,
processi, Bunga Bunga ecc che il nostro paese era minacciato da un qualcosa di molto
più “drammatico”. Sto parlando delle destre economiche e finanziarie che in
pochissimo tempo, si sono unite e 24 ore su 24 hanno ingaggiato grandi cervelli
della terra, hanno cominciato ad avere risorse finanziarie enormi e si sono
messi piano piano tutta la classe dirigente del mondo ai loro servizi, media
inclusi. La parola d’ordine è stata solo una “ Capitalismo sfrenato”. E infatti
basta pensare alla parola “globalizzazione” per rendersi conto della potenza di
queste multinazionali. Questa parola è mal governata da tutti gli stati, solo
le multinazionali sono riuscite a guadagnarci. Hanno contribuito ad impoverire
e ad arricchire qualsiasi paese. Da noi hanno demolito la certezza del lavoro
conquistata in due secoli e mezzo con sacrifici e lotte fatte dai lavoratori
che ormai sembrano non avere più quell’importanza di prima. Del resto a
qualsiasi lavoratore basta chiedere :“ Preferisci modificare l’articolo 18, non
avere più la pausa pranzo, non avere più diritto allo sciopero o perdere per
sempre il posto di lavoro”? La risposta è scontata. Siamo ormai minacciati da
queste grandi società che vorrebbero imporci il loro “dictat” lavorativo e cioè
a cottimo, si sono accorte che produrre nei paesi emergenti, conviene, ma sanno benissimo che far fallire un paese
come l’Italia potrebbe mettere a dura prova tutta l’economia europea e
addirittura mondiale e quindi, meglio rendere il nostro popolo schiavo, sempre
più povero, ma non farlo mai fallire perché loro stesse ci rimetterebbero. E
allora viene spontaneo chiedersi, chi governa il mondo nel 2012? E’ doloroso
dirlo ma la risposta è evidente “ le multinazionali e la finanza”. Sono stati
molto bravi perché hanno incrementato questo loro consenso senza manifestazioni,
cortei, chiasso, bandiere e feste di piazza. Fatevi un esame di coscienza e
guardate i vostri usi e consumi, di chi siete schiavi? Per non parlare del
debito pubblico che i vecchi partiti politici hanno fatto crescere per avere
consensi e chi ci rende ancora più schiavi della finanza. Per non parlare del
grande sogno europeo, grandi aiuti, moneta unica ecc, oggi ci accorgiamo che
entrarci è stato un piano ben preciso voluto dalla sinistra. Non usciremo mai
da questa difficile situazione se non torneremo ad essere un paese indipendente
con la nostra moneta sovrana. Tutto andava bene finchè stampavamo la nostra
moneta, ora invece bisogna chiederla in prestito e qui nascono i veri problemi.
Altro che sogno, per la maggiorparte degli italiani, tutto questo sta
diventando un incubo. Vi ricordate il motto di Adam Smith? “Le tappe per
governare sono : libera scelta, concorrenza, libero mercato, meno tasse, minima
regulation, libertà personali, e governi più piccoli” e “Le nostre idee erano
considerate solo ieri sulla soglia della follia; oggi sono sulla soglia dei
parlamentari”. E invece il nostro governo che ha fatto? Si sono uniti quasi
tutti, destre, sinistre, centro e si sono inchinati al volere della finanza.
Qualcuno il giorno dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi ha scritto nella
propria testata giornalistica: “E’ stata la culona”, aveva ragione, il piano
viene proprio da quella Germania che già nello scorso secolo ci ricorda molte sofferenze
e una vergognosa dittatura. Ci risiamo, solo che ora viene interpretata come
“dittatura democratica”. E bene sì, a noi povero popolo ormai non più sovrano,
ci viene data l’illusione di vivere in una democrazia, ma in verità siamo in
una dittatura vera e propria. Hanno annebbiato le menti di tanti, il classico
maschio italiano rimane tranquillo se gli viene garantita una settimana al mare
come “Fantozzi”, l’abbonamento ad Internet e a Sky per guardare il campionato
di calcio, la femmina invece ha altre necessità, il parrucchiere, la colazione
con le amiche nel bar più rinomato del paese, la girata all’Outlet la domenica,
e la puntata quotidiana di Beautiful. Come facciamo a sperare in una vera e
propria ribellione da parte di questo popolo? Certamente l’italiano intelligente ha
già capito che il futuro che lo aspetta sarà più infelice del passato. A meno
che non siano tutti dei seguaci del famoso inventore della “decrescita felice”
ma non credo, siamo più o meno tutti consapevoli che dovremo ridurre i nostri
consumi almeno del 40%, sperando comunque in una piccola ripresa che secondo me
sarà improbabile visto le manovre di questo Governo. Se qualcuno oggi venisse
da me e mi chiedesse quale investimento fare per il futuro, gli consiglierei,
un pezzo di terra. Impossibile proporgli altro in questo paese ormai senza
futuro e abitato da una popolazione manipolata e scoraggiata, senza più la
forza di reagire, quella forza che aveva sempre abitato nel Dna degli italiani.
Ricordo il famoso G8 di Genova, le tante belle parole presenti in un comunicato
di un Social Forum italiano:” noi ci facciamo carico delle istanze degli
sfruttati e dei poveri della terra”. Ma chi pensano di prendere in giro? I
poveri della terra non hanno molto spesso né la cultura né i mezzi per
pensarle. E poi questi grandi potenti presenti al G8, non sono gli stessi che
hanno aiutato e ci hanno guadagnato sfruttando il lavoro dei poveri? Tutte queste
povere persone non sanno cosa significa sindacato, sicurezza sociale o
sfruttamento occidentale, per non parlare delle multinazionali del petrolio, le
tante promesse fatte dalla Total e dalla Mobil di portare a quelle povere
popolazioni sfruttate in Luanda e Jakarta, la luce elettrica e il gas. Una
vergogna sotto gli occhi di tutti. Per non parlare delle fabbriche lager in
Cina, ben conosciute anche dal nostro santo Padre che ogni volta ci angoscia
con belle parole e ci fa sentire in colpa, perché se ne rimane zitto su certe
situazioni ben risapute? Siamo proprio sicuri che la Chiesa, non quella fatta
dai poveri sacerdoti sempre pronti ad una parola di conforto ai noi cristiani,
ma quella fatta da chi continua ad accumulare ricchezze, non sia d’accordo con
queste multinazionali? Bene cari amici, il dubbio è legittimo e come si dice
sempre a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca. Basta ricordare
Casini che è molto entusiasta di questa “dittatura finanziaria”. Sbaglio o è
lui l’uomo più vicino alla Chiesa? E bene sì, Silvio Berlusconi non è stato
fatto fuori dalla forza politica avversaria, ma da una molto più potente e
nascosta. Del resto lui aveva chiesto all’Europa di non toccare i servizi
sociali per gli italiani, di non mettere ulteriori tasse, bene, è stato messo a
cuccia come un canino bastonato, tradito non solo dalla Merkel e Sarkozy ma
anche dai suoi che avevano visto un futuro migliore e sicuro nell’appoggiare un
Governo fatto dalla finanza. Quegli stessi soggetti, sono quelli che pur di
mantenersi la propria poltrona, stanno appoggiando tutte queste situazioni
vergognose perché sanno che la crisi porterà ad una disaffezione verso i
partiti, quindi in mancanza di politici seri, meglio tutelarsi il proprio
stipendio appoggiando i tecnici. Ma cosa ci aspetta a noi povero popolo costretto
a pagare sempre più tasse e avere meno servizi,
senza la speranza di un lavoro decente, con un mutuo e i figli da
mantenere? In questa situazione, direi che il futuro è molto incerto per non
dire di peggio. In questi giorni solo nel mio territorio ci sono centinaia di
lavoratori che rischiano il posto di lavoro e che non sanno cosa fare per
andare avanti. Del resto il nostro Governo se ne frega, preferisce spolpare il
popolo delle partite Iva, dei piccoli risparmiatori, cosa vi aspettate da un
gruppo di banchieri che guadagnano milioni di euro all’anno? Troppo spesso si
critica, ci si lamenta, ma non si danno soluzioni ai problemi, come dice il
comico Crozza, manca sempre il foglio del “come”. E allora cosa possiamo fare
nel nostro piccolo? Per cercare di
combattere una macchina così mostruosa e di queste dimensioni?C’è solo una
strada: unirci e formare un esercito compatto, disciplinato. Abile nella
comunicazione, al lavoro ovunque, a contatto con la gente comune per tentare di creare un consenso opposto a
quello che oggi domina il nostro paese. Bisogna formare un Movimento, mettere
da parte i nostri individualismi per un fronte comune. E’ una strada difficile
ma è l’unica che possa riuscire a smantellare questa organizzazione
dittatoriale. L’unico modo per far tornare il nostro paese libero è quello di
uscire dall’Europa e dall’Euro, non sarà facile, sicuramente porterà povertà
come del resto sta già aumentando questo Governo, ma alla fine ci premierà. Noi
non riusciremo a vedere i benefici, forse il contario, ma sicuramente i nostri
figli e la società futura, un giorno, ci ringrazierà! Meglio poveri, liberi e
felici che poveri, schiavi e tristi!
sabato 10 marzo 2012
SIAMO RIMASTI IN MUTANDE
LA COLPA NON E’ DELLE AZIENDE MA DELLA POLITICA
Come responsabile della Piana fiorentina dell’Ugl vorrei
intervenire sulla questione della Calvin Klein che ha annunciato di voler
dismettere le attività all’Osmannoro (Sesto Fiorentino) e di licenziare 150 lavoratori.
Questo brutto film mi pare di averlo già visto negli ultimi anni, ormai molte aziende preferiscono
delocalizzare ed il motivo è sempre lo stesso “l’interesse di marketing” legato
anche alla crisi. E’ inutile girarci intorno, la globalizzazione sta mettendo
in ginocchio la nostra economia e i primi a pagarne le conseguenze sono i
lavoratori. Come sempre non sono mancate le passerelle dei vari politici di
turno, in questo caso è toccato al Sindaco Gianassi e all’Assessore Drovandi,
ho anche apprezzato la solita battaglia di Rifondazione comunista fatta dal
Consigliere Calò e Verdi. Ben venga la solidarietà di tutti, i lunghi documenti
presentati nelle varie istituzioni, ma anche le prediche dei vari sindacati o
categorie interessate, ma purtroppo con la nostra solidarietà questi lavoratori
non riavranno il proprio impiego e chissà cosa andranno a fare visto la carenza
di occupazione presente sul nostro territorio. Questo fenomeno ha dimensioni
ben più grandi per poterlo risolvere a livello locale ma anche nazionale.
Certamente gli ammortizzatori sociali sono uno strumento importante, ma non
sono a vita e quel che preoccupa di più è proprio il futuro. Preoccupano non
solo le chiusure di piccole, medie e grandi imprese sul territorio, ma anche
l’assenza di nuove aperture. Non c’è dubbio che la globalizzazione non sia
stata governata da chi aveva il dovere di farlo, ricordo infatti che noi
facciamo parte della Comunità Europea e che a mio avviso ha sottovalutato il
fenomeno oppure ci ha guadagnato ad ignorarlo. Bisogna però ricordare che
spesso le aziende delocalizzano in paesi che fanno parte dell’Europa. Le
aziende guardano ai profitti e alla convenienza e non ai discorsi. Il nostro
paese è rimasto indietro rispetto al resto del mondo e non parlo solo del mondo
Occidentale ma anche Europeo. Purtroppo la colpa è della politica e di tutti i
soggetti che non hanno permesso lo sviluppo del nostro paese. Noi non abbiamo
molto da offrire a questo mondo globalizzato e infatti le aziende scappano.
Un’azienda che investe in Italia, non lo fa per fare volontariato. Se non ha
profitti certi, preferisce o delocalizzare o ancora peggio non investire nel
futuro di un paese “primitivo”, “non moderno”, svantaggiato da troppa
burocrazia inutile, penalizzato da una giustizia lunghissima, da uno Stato che
chiede troppe tasse senza dare servizi che non premia la meritocrazia e che ha
costi elevatissimi per la gestione aziendale. In Italia, in tutti questi anni
ha vinto la politica del no. No alle centrali nucleari, no alla Tav, no al
progresso; il nostro è un paese formato da persone paurose e la politica per
convenienza e per non perdere voti, ha preferito non fare scelte difficili, ma
strategiche per il futuro. Ora purtroppo è tardi e tutti noi paghiamo le
conseguenze. Mi preme sottolineare che un esempio è proprio su questo
territorio. Dell’aeroporto di Firenze, si parla da anni, per ora abbiamo
sentito solo grandi discorsi e litigi, mancano le scelte, il coraggio. La
politica deve parlare, litigare meno e agire di più. Voglio ricordare che l’Ugl
sta facendo una proposta interessante a livello nazionale proprio sulla
“globalizzazione”, nei prossimi mesi per pubblicizzarla, ci saranno anche
alcune iniziative importanti sul territorio.
martedì 6 marzo 2012
SICUREZZA A CALENZANO
In questi giorni si sono verificati alcuni furti nella zona
di Carraia già interessata da questo fenomeno. Questa frazione si presta più di
altre zone di Calenzano perché è una località residenziale abitata da molte
persone che sono fuori per lavoro tutta la giornata. La zona colpita in questi
giorni e quella di Torri, località anche molto isolata. Devo dire che le forze
dell’ordine sono spesso presenti ma nonostante tutto la percentuale di piccoli
furti è sempre più preoccupante. Avevo già proposto al Sindaco l’idea di
mettere alcune telecamere a Carraia, ben segnalate che potrebbero aiutare le
forze dell’ordine ma soprattutto
scoraggiare queste piccole organizzazioni criminali. So benissimo che per
collocare nuove telecamere ci sono problemi di privacy e soprattutto di fondi. E’
bene ricordare che questi piccoli ladri avranno sempre più vita facile a causa
della nostra giustizia ormai troppo debole. Come sempre a pagare e a dover
sopportare questa situazione ma anche ad organizzarsi da soli dovranno essere i
cittadini. La vergogna più grande è che ogni cittadino che sopperisce con le
proprie risorse per garantirsi un minimo di sicurezza, non ha la possibilità di
avere piccoli aiuti economici o sgravi fiscali. Ricordo che la sicurezza
dovrebbe essere garantita grazie al pagamento delle tasse. Mi preme
sottolineare che a Sollicciano ma il dato è nazionale, più del 70% dei detenuti
è extracomunitario. Questo dato dovrebbe far riflettere! Queste persone le
manteniamo noi, dopo il furto, anche la beffa! Sarebbe utile fare degli accordi
bilaterali e mandarli a scontare la pena nel loro paese. Cercherò di riproporre
una mozione al prossimo consiglio comunale nella quale chiederò almeno
l’installazione di alcune telecamere. Spero di non avere come sempre da parte
del Sindaco la solita scusa e cioè quella di non predisporre di risorse
economiche. Voglio ricordare al primo cittadino che ad esempio ci siamo
accollati circa 300 mila euro per il nuovo centro civico del Molino, credo che
le priorità in questo paese, siano altre. La prima fra tutte la sicurezza per i
cittadini.
LETTERA CONGRESSO PROVINCIALE PDL
Sono qui a
questo congresso provinciale per ringraziare il mio partito e chi fino ad oggi
e in futuro lo ha gestito e continuerà a farlo.
Grazie per
avermi sostenuto in campagna elettorale nel 2009 e per aver aiutato personaggi
politici a Calenzano che poi hanno dimostrato di sbattere la porta e passare al
gruppo misto.
Grazie per
aver, contro la mia volontà, nominato un coordinatore incapace a Calenzano che
attraverso poche righe, ha abbandonato il partito dopo che per anni non si era
mai visto e sentito.
Grazie per
aver dato un grande contributo attivo ed economico, alle attività politiche sul
territorio e per averci dato un’adeguata formazione politica prima di mandarci
in quella gabbia, chiamata consiglio comunale per essere divorati da grossi e
astuti leoni di sinistra con grandi denti affilati e molto affamati.
Grazie per
aver sempre risposto al telefono ed essere intervenuti ogni qual volta si
presentava un momento di difficoltà o incomprensione.
Grazie per
aver premiato chi ogni giorno si impegna sul territorio e nei consigli
comunali.
Grazie per
aver contribuito a quasi dimezzare il numero dei dirigenti, eletti ed elettori
a causa di una gestione troppo familiare del partito. Avete sempre premiato gli
“amici degli amici”. Del resto meno siamo e meglio è per spartirsi i vari
incarichi futuri, tanto i voti li ha sempre presi il Presidente Berlusconi!
Grazie per
aver creato un partito dove la meritocrazia è al prima posto e infatti abbiamo
avuto come vice coordinatore passato e nominato, ora candidato al congresso
unitario, un grande lavoratore, peccato che per ora il suo più grande
contributo lo ha dato alla sinistra e non certamente a questo partito.
Grazie per
aver creato un luogo a livello provinciale, una sede degna del primo partito
nazionale, dove potersi confrontare ogni mese per affrontare in maniera
unitaria i vari problemi del territorio, mal governati dalla sinistra.
Grazie per aver
pensato sempre a noi “pecorelle smarrite”, invece che alle vostre poltrone
presenti e future.
Grazie per
aver dato molto spazio alle donne, soprattutto in Regione Toscana, unica
rappresentante Stefania Fuscagni.
La lista dei
ringraziamenti potrebbe continuare a lungo ma visto che il tempo è prezioso,
voglio seriamente ringraziarvi per l’ultimo grande favore che mi avete fatto e
che del resto io ho richiesto, non rendermi partecipe del futuro coordinamento
di questo partito che nonostante sia stato gestito come ho appena detto nei
miei ringraziamenti, inspiegabilmente continua a perdere consensi non solo per
scelte politiche nazionali infelici, ma anche una gestione a livello
territoriale, sbagliata.
Lo avete
gestito bene?
Siete stati
bravi?
A me non risulta
ma saranno gli elettori ad esprimersi molto presto.
Ricordatevi,
i veri consensi sono quelli presi nelle “urne” non certamente in un congresso
unitario gestito dai famosi amici degli amici.
Proprio per
questo vi ringrazio infinitamente per non avermi coinvolto nel vostro
gruppettino familiare; essere esclusa mi darà la possibilità alle prossime
elezioni di dire: “Il l’avevo detto”!. Il nostro amato Presidente Berlusconi ha
sempre sostenuto che “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Benissimo,
io amo la politica e cerco di farla ogni giorno con impegno e passione quindi
sono sicura che prima o poi vincerò.
Nessuno
potrà togliermi quello che non mi ha mai dato e che ha per il proprio egoismo,
cercato di distruggere!
Nonostante
tutto voglio fare i miei sentiti auguri di buon lavoro a Nascosti e Tirelli,
sperando che questo mio documento, li possa portare ad una lunga e accurata
riflessione non tanto per fare un favore a me, ma per il bene e il futuro di
questo partito.
Per finire
credo che prima di questi congressi provinciali, un partito serio avrebbe
dovuto fare quelli comunali. E’mancata una fase precongressuale. In quella
lista che nessuno ha avuto il piacere di visionare prima di oggi, mi auguro che
ci siano nomi “nuovi” e cioè di persone del mondo civile e non i soliti eletti,
“amici degli amici” perché cari colleghi, se così fosse credo proprio che oggi
tutti noi venendo a questo congresso si sia nuovamente perso del tempo.
Aggiungo che
dopo questo congresso niente è cambiato, i coordinatori sono rimasti sempre i
soliti e fanno fede alla vecchia storia delle quote. Se ieri mi lamentavo di
questo coordinamento, oggi, dopo i risultati scontati, non posso che essere nuovamente
delusa. Rimango in questo partito che invece che di plastica in futuro sarà di
gomma, il risultato non cambia. Andarmene definitivamente non avrebbe senso e
sarebbe visto come un tradimento, voglio però ribadire che io non sono e non
sarò mai una donna di partito ma del popolo. Questo è il vero motivo di
incomprensione tra me e il Pdl. Proprio in virtù di questo, continuerò il mio
lavoro in consiglio comunale con questa etichetta, non tradirò il partito,
fuori però sarò libera, voglio cominciare a costruire una vera alternativa sul
territorio, ormai è chiaro che il Pdl non abbia né la voglia, né la forza per
poter cambiare la situazione a livello locale. Porterò avanti una lista civica
aperta a tutti, voglio ricominciare a sperare non dai partiti ma dai cittadini.
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