venerdì 30 marzo 2012

Caro Capogruppo del Pd.....

Ieri pomeriggio si è svolta la commissione Affari Istituzionali, nella quale sono state fatte le nomine del Presidente e del Vice. Voglio ricordare che per regolamento la nomina del Presidente della prima commissione spetta alle minoranze. Dopo settimane di discussioni, devo dire che le minoranze, il Popolo della Libertà, il gruppo misto (Di Leone e Simonetti) e il gruppo della Libertà (Settimelli e Raspanti), hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e si sono accordate sulla mia nomina a Presidente. Del resto io sono l’unico consigliere, non solo presente in quella commissione dall’inizio di questa legislatura, ma anche il più anziano in termine di preferenze prese alle elezioni amministrative. Voglio poi ricordare che sono l’unica esponente del gruppo del Popolo della Libertà anche se alcuni consiglieri delle varie minoranze sono ancora iscritti al partito. Sarebbe utile che lo stesso Pdl, facesse chiarezza per una questione di serietà verso i propri elettori. Devo essere sincera, e lo farò, non ho mai ambito a certe cariche istituzionali, come quella daVice Presidente del Consiglio Comunale o la Presidenza della I commissione, questo perché avendo un carattere molto battagliero, preferisco non avere obblighi ed essere libera, sappiamo benissimo che certe "responsabilità" impongono un comportamento più equilibrato che caratterialmente mi ha sempre contraddistinto rispetto agli altri consiglieri; insomma in questo consiglio comunale, se c’è da litigare, da protestare e da battagliare, la prima sono io. Per responsabilità verso il mio partito, accetterò questa nomina e cercherò di avere toni più moderati pur svolgendo con dura opposizione il mio lavoro.Voglio in ultimo sottolineare, la delusione verso le solite parole del Capogruppo del Pd Sansone che fa parte della commissione, la maggioranza infatti sulla mia nomina si è astenuta motivando qualche perplessità sul mio rispetto verso le istituzioni. Chissà perché per il Pd, l’unica "pecora nera" sono solo io, forse perché sono quella di cui hanno più paura? Il Capogruppo mi parla di rispetto delle istituzioni, vorrei ricordargli che le mie proteste sono sempre state per la tutela dei diritti dei più deboli, coloro che dovrebbero essere difesi proprio dalla sinistra. Le istituzioni sono espressione e proprietà del popolo, io credo di essere stata fino ad oggi la più rispettosa. Forse Sansone ha un’idea del rispetto, tutta sua. Nella vita, nel lavoro e nei vari ruoli istituzionali che ricopro, ho sempre dimostrato rispetto, coerenza e onestà, certo caro Sansone, non mi sono mai considerata una "pecora"! Ma credo che questo sia un onore e non un difetto. Voglio poi ricordare a Sansone che le sue dichiarazioni sono "discriminatorie", mi chiedo perché non ha dato al Sindaco di "irrispettoso" quando "in mutande", con la fascia tricolore, contro il Governo Berlusconi, è sceso in piazza. Sig Sansone, ma la fascia tricolore non è un simbolo delle istituzioni? Perché verso di me ha urlato allo scandalo? Forse perché sono una donna? Perché sono del Pdl? O forse perché le mie proteste sono più di sinistra che di destra e questo al partito democratico crea un certo nervosismo? Bene, i tempi sono cambiati, voi rimanete come sempre zitti e buoni anche davanti alle riforme "di destra" del Governo Monti, io invece, una pidiellina rivoluzionaria, preferisco scendere nelle piazze con i lavoratori e portare avanti le mie proteste per la difesa dei più deboli. E’ proprio vero, la politica in questo paese, è cambiata! Voglio ribadire i miei auguri di buon lavoro al Vice Presidente nominato all’unanimità, il consigliere Olga Bolognesi.

lunedì 26 marzo 2012

SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELLA MANGANI


La solidarietà per i lavoratori della Mangani, mi sembra scontata, quindi non voglio ripetere la solita frase di molti politici che sono intervenuti su questa vicenda. Del resto con la solidarietà della politica, nonostante sia apprezzabile, questi 32 lavoratori non andranno avanti. Credo che ci voglia qualcosa di più. L’augurio che voglio invece fare a tutte queste persone che si uniscono alle molte altre che sul territorio negli ultimi anni, hanno perso il lavoro o sono vicine a perderlo, è quello di essere forti e di non smettere mai di lottare. Ma soprattutto quello di poter valutare la possibilità di unirsi in un progetto più ampio, per  fondare una cooperativa di lavoratori. Su un progetto del genere, potrebbero benissimo dare il proprio contributo, le istituzioni, cercando di favorire un simile insediamento. Da quanto ho potuto apprendere, uno dei motivi della crisi della Mangani, è stato la mancanza di ordini a causa della difficile situazione economica  internazionale. Voglio però ripetere le stesse parole che ho usato nel mio intervento sulla Ginori di Sesto Fiorentino, a mio avviso, certi prodotti, anche se validissimi, sono ormai fuori mercato a causa dei cambiamenti degli usi e costumi della nostra società. La nostra sfida deve partire proprio da questa considerazione. In futuro andranno avanti quelle aziende che riusciranno a trovare nuovi mercati ma soprattutto avranno nuove idee. In questo caso non siamo davanti ad una azienda che chiude per de localizzare perché ha più convenienza a produrre in altri paesi. La Mangani invece è una bella azienda locale che vuole rimanere in questo territorio ma non ha ordini per andare avanti. Un cambiamento di produzione, la potrebbe salvare. E’ fondamentale che i lavoratori e la proprietà, abbiano nuove idee, e la politica locale faccia il proprio dovere, cioè quello di facilitare dei nuovi investimenti. Voglio ricordare che in questi ultimi anni, molti giovani imprenditori italiani hanno investito “poco” denaro in “grandi” idee e sono riusciti  a conquistare nuovi mercati e ad aumentare il numero dei lavoratori all’interno della loro azienda.  In questi giorni con il mio segretario regionale dell’Ugl, sto portando avanti un progetto che potrebbe aiutare proprio delle situazioni simili a quella della Mangani. Voglio proporre alla politica locale, un nuovo progetto, quello dell’”azienda a costo zero”. Appena lo avrò completato con l’aiuto del mio sindacato, lo presenterò alla stampa e alle varie istituzioni.

Caro segretario Alfano, l'articolo 18 non si tocca!

Non sono favorevole a questa riforma sul lavoro, non penso che modificando l'articolo 18 si possa creare più occupazione, anzi, credo proprio che sia il contrario. La flessibilità è una parola che non mi piace, significa togliere ai lavoratori quei pochi diritti che si sono conquistati in molti anni di dure battaglie. La crisi economica e occupazionale non può e non deve essere pagata dai soliti lavoratori ma da chi veramente l'ha creata. Bisogna cominciare a dire la verità, la globalizzazione e le multinazionali stanno distruggendo tutti i diritti dei lavoratori e vorrebbero imporre gli stessi trattamenti che sono riservati a quelli nei paesi emergenti che da sempre sono stati sfruttati. Questo è il Governo delle banche e della finanza, nonchè delle multinazionali. La riforma proposta dal Ministro Fornero andrà ad accontentare le multinazionali e le grandi aziende e non certamente i lavoratori. Se un lavoratore dipendente potrà essere licenziato con una semplice "crisi aziendale", visto la situazione economica in cui si trovano oggi molte medie e grandi imprese, praticamente il licenziamento, sarà uno degli strumenti più utilizzati per selezionare i lavoratori. Questo è il vero problema. Si faciliterà il lavoro a "cottimo" e chiunque proverà a ribellarsi, con la scusa della crisi, verrà immediatamente licenziato con un indennizzo. A questo punto si potrebbe liberalizzare tutto il lavoro e abolire il "dipendente", è evidente che senza più regole rigide, i lavoratori dipendenti, saranno ormai simili ai lavoratori "autonomi". Tanto vale, eliminare il lavoro "dipendente" e renderlo "autonomo", ogni lavoratore potrebbe aprire una piccola partita Iva, stipulare un contratto privato con l'azienda dove verrebbero precisati tutti gli obblighi dell'uno e dell'altro. In questo modo il lavoratore sarebbe libero di decidere quante ore lavorare e potrebbe stabilire il proprio stipendio in base alla propria bravura. La differenza a questo punto sarebbe solo per il pagamento delle tasse, il lavoratore dipendente le paga direttamente in busta paga, l'autonomo le versa personalmente. Lo so che è una proposta "choc", ma è quello che veramente ci regalerà la modifica dell'articolo 18, così come è stata pensata da questo Governo. Se passerà questa riforma, bisognerà cambiare il nome di questi lavoratori, non più "dipendenti" ma  "liberi" o come ho già detto "autonomi". Non si può pensare che un'azienda in crisi possa licenziare e l'anno successivo, essendosi ripresa, non abbia l'obbligo di dover riassumere il lavoratore allontanato. Tanto vale che un lavoratore sia sempre libero e possa decidere da chi e come lavorare. Forse una proposta del genere colpirebbe i sindacati che non avrebbero più la possibilità di avere i soldi delle tessere, potrebbero comunque prestare una tutela diversa. Mi chiedo come si possa continuare a dire che in questo paese il lavoro è tutelato, dopo questo decreto, non più, il Ministro Fornero ha dichiarato che andrà avanti anche senza l'accordo delle parti sociali, credo che sia una dichiarazione vergognosa, non  accettabile in un paese "democratico" e "civile". Se una frase del genere l'avesse detta un Ministro del Governo Berlusconi, la sinistra avrebbe fatto la "rivoluzione", ora mi chiedo quella stessa sinistra che ha sempre detto di difendere i più deboli e i lavoratori, che fine abbia fatto. Siamo in presenza di una sinistra di serie A e di serie B. E la Cgil, quale parte intende difendere? Per quanto mi riguarda so benissimo che sia il mio sindacato, l'Ugl, che il mio partito, sono abbastanza favorevoli a questa riforma. Bene, io no, sono contraria e ancora una volta ho il coraggio di dichiararlo, il centrodestra è stato votato da tantissimi lavoratori dipendenti, io intendo scendere in piazza con loro contro l'articolo 18. Una "rivoluzionaria di destra" che non accetta questa "dittatura" finanziaria a favore delle lobbies e non del popolo

venerdì 16 marzo 2012

C'E' UN SOLO MODO PER LIBERARSI DA QUESTA DITTATURA FINANZIARIA!


Siamo stati svenduti senza saperlo ed ora tornare indietro sembra impossibile. Mentre tutti erano impegnati a far cadere Berlusconi, ricordo la noiosa frase di Bersani “Berlusconi si deve dimettere” c’era chi in altre sedi e non certamente quelle del Parlamento, tramava contro il nostro paese. L’obiettivo? Impoverire l’italia e rendere il popolo schiavo dei poteri forti. Ma la cosa più bella è che noi stessi, involontariamente foraggiamo con i nostri consumi queste società. E chi sono questi grandi mostri mondiali? Sono gruppi di grandi industrie occidentali: TABD, ESLG, ICC, IN, ERT, LOTIS, American Enterprise Institute, Philip Morris Institute, European Policy Center ecc. La lista continua ma rischierei di annoiarvi. Quindi noi popolo italiano ogni giorno con i nostri consumi, andiamo ad aumentare i guadagni di queste grandi società. Queste lobbies si sono impadronite del mondo politico, economico e accademico grazie alle nostre borse della spesa. Tutto, ma proprio tutto quello che consumiamo aiuta queste multinazionali a crescere, dalle medicine, al telefonino, ai generi alimentari ai preservativi, al Viagra, alle auto ma anche i servizi e il divertimento, come ad esempio il cinema. Siamo schiavi di una “dittatura finanziaria” e quel che è peggio che non possiamo neanche ribellarci, perché siamo complici del sistema. Detto questo, bisogna ricordare che la maggior parte della ricchezza mondiale è in mano a poche famiglie e a gruppi di persone che noi conosciamo bene, in alcuni di questi spuntano nomi come Monti, Marcegaglia, Frattini, Tremonti e chi più ne ha più ne metta. Ci hanno illuso, fregato e ci hanno fatto credere che il nemico era la destra o la sinistra, diciamo ancora meglio, i pro o gli anti Berlusconi. E invece nessuno si era accorto, troppo preso dai vari scandali, attacchi, processi, Bunga Bunga ecc che il nostro paese era minacciato da un qualcosa di molto più “drammatico”. Sto parlando delle destre economiche e finanziarie che in pochissimo tempo, si sono unite e 24 ore su 24 hanno ingaggiato grandi cervelli della terra, hanno cominciato ad avere risorse finanziarie enormi e si sono messi piano piano tutta la classe dirigente del mondo ai loro servizi, media inclusi. La parola d’ordine è stata solo una “ Capitalismo sfrenato”. E infatti basta pensare alla parola “globalizzazione” per rendersi conto della potenza di queste multinazionali. Questa parola è mal governata da tutti gli stati, solo le multinazionali sono riuscite a guadagnarci. Hanno contribuito ad impoverire e ad arricchire qualsiasi paese. Da noi hanno demolito la certezza del lavoro conquistata in due secoli e mezzo con sacrifici e lotte fatte dai lavoratori che ormai sembrano non avere più quell’importanza di prima. Del resto a qualsiasi lavoratore basta chiedere :“ Preferisci modificare l’articolo 18, non avere più la pausa pranzo, non avere più diritto allo sciopero o perdere per sempre il posto di lavoro”? La risposta è scontata. Siamo ormai minacciati da queste grandi società che vorrebbero imporci il loro “dictat” lavorativo e cioè a cottimo, si sono accorte che produrre nei paesi emergenti, conviene,  ma sanno benissimo che far fallire un paese come l’Italia potrebbe mettere a dura prova tutta l’economia europea e addirittura mondiale e quindi, meglio rendere il nostro popolo schiavo, sempre più povero, ma non farlo mai fallire perché loro stesse ci rimetterebbero. E allora viene spontaneo chiedersi, chi governa il mondo nel 2012? E’ doloroso dirlo ma la risposta è evidente “ le multinazionali e la finanza”. Sono stati molto bravi perché hanno incrementato questo loro consenso senza manifestazioni, cortei, chiasso, bandiere e feste di piazza. Fatevi un esame di coscienza e guardate i vostri usi e consumi, di chi siete schiavi? Per non parlare del debito pubblico che i vecchi partiti politici hanno fatto crescere per avere consensi e chi ci rende ancora più schiavi della finanza. Per non parlare del grande sogno europeo, grandi aiuti, moneta unica ecc, oggi ci accorgiamo che entrarci è stato un piano ben preciso voluto dalla sinistra. Non usciremo mai da questa difficile situazione se non torneremo ad essere un paese indipendente con la nostra moneta sovrana. Tutto andava bene finchè stampavamo la nostra moneta, ora invece bisogna chiederla in prestito e qui nascono i veri problemi. Altro che sogno, per la maggiorparte degli italiani, tutto questo sta diventando un incubo. Vi ricordate il motto di Adam Smith? “Le tappe per governare sono : libera scelta, concorrenza, libero mercato, meno tasse, minima regulation, libertà personali, e governi più piccoli” e “Le nostre idee erano considerate solo ieri sulla soglia della follia; oggi sono sulla soglia dei parlamentari”. E invece il nostro governo che ha fatto? Si sono uniti quasi tutti, destre, sinistre, centro e si sono inchinati al volere della finanza. Qualcuno il giorno dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi ha scritto nella propria testata giornalistica: “E’ stata la culona”, aveva ragione, il piano viene proprio da quella Germania che già nello scorso secolo ci ricorda molte sofferenze e una vergognosa dittatura. Ci risiamo, solo che ora viene interpretata come “dittatura democratica”. E bene sì, a noi povero popolo ormai non più sovrano, ci viene data l’illusione di vivere in una democrazia, ma in verità siamo in una dittatura vera e propria. Hanno annebbiato le menti di tanti, il classico maschio italiano rimane tranquillo se gli viene garantita una settimana al mare come “Fantozzi”, l’abbonamento ad Internet e a Sky per guardare il campionato di calcio, la femmina invece ha altre necessità, il parrucchiere, la colazione con le amiche nel bar più rinomato del paese, la girata all’Outlet la domenica, e la puntata quotidiana di Beautiful. Come facciamo a sperare in una vera e propria ribellione da parte di questo  popolo? Certamente l’italiano intelligente ha già capito che il futuro che lo aspetta sarà più infelice del passato. A meno che non siano tutti dei seguaci del famoso inventore della “decrescita felice” ma non credo, siamo più o meno tutti consapevoli che dovremo ridurre i nostri consumi almeno del 40%, sperando comunque in una piccola ripresa che secondo me sarà improbabile visto le manovre di questo Governo. Se qualcuno oggi venisse da me e mi chiedesse quale investimento fare per il futuro, gli consiglierei, un pezzo di terra. Impossibile proporgli altro in questo paese ormai senza futuro e abitato da una popolazione manipolata e scoraggiata, senza più la forza di reagire, quella forza che aveva sempre abitato nel Dna degli italiani. Ricordo il famoso G8 di Genova, le tante belle parole presenti in un comunicato di un Social Forum italiano:” noi ci facciamo carico delle istanze degli sfruttati e dei poveri della terra”. Ma chi pensano di prendere in giro? I poveri della terra non hanno molto spesso né la cultura né i mezzi per pensarle. E poi questi grandi potenti presenti al G8, non sono gli stessi che hanno aiutato e ci hanno guadagnato sfruttando il lavoro dei poveri? Tutte queste povere persone non sanno cosa significa sindacato, sicurezza sociale o sfruttamento occidentale, per non parlare delle multinazionali del petrolio, le tante promesse fatte dalla Total e dalla Mobil di portare a quelle povere popolazioni sfruttate in Luanda e Jakarta, la luce elettrica e il gas. Una vergogna sotto gli occhi di tutti. Per non parlare delle fabbriche lager in Cina, ben conosciute anche dal nostro santo Padre che ogni volta ci angoscia con belle parole e ci fa sentire in colpa, perché se ne rimane zitto su certe situazioni ben risapute? Siamo proprio sicuri che la Chiesa, non quella fatta dai poveri sacerdoti sempre pronti ad una parola di conforto ai noi cristiani, ma quella fatta da chi continua ad accumulare ricchezze, non sia d’accordo con queste multinazionali? Bene cari amici, il dubbio è legittimo e come si dice sempre a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca. Basta ricordare Casini che è molto entusiasta di questa “dittatura finanziaria”. Sbaglio o è lui l’uomo più vicino alla Chiesa? E bene sì, Silvio Berlusconi non è stato fatto fuori dalla forza politica avversaria, ma da una molto più potente e nascosta. Del resto lui aveva chiesto all’Europa di non toccare i servizi sociali per gli italiani, di non mettere ulteriori tasse, bene, è stato messo a cuccia come un canino bastonato, tradito non solo dalla Merkel e Sarkozy ma anche dai suoi che avevano visto un futuro migliore e sicuro nell’appoggiare un Governo fatto dalla finanza. Quegli stessi soggetti, sono quelli che pur di mantenersi la propria poltrona, stanno appoggiando tutte queste situazioni vergognose perché sanno che la crisi porterà ad una disaffezione verso i partiti, quindi in mancanza di politici seri, meglio tutelarsi il proprio stipendio appoggiando i tecnici. Ma cosa ci aspetta a noi povero popolo costretto a pagare sempre più tasse e avere meno servizi,  senza la speranza di un lavoro decente, con un mutuo e i figli da mantenere? In questa situazione, direi che il futuro è molto incerto per non dire di peggio. In questi giorni solo nel mio territorio ci sono centinaia di lavoratori che rischiano il posto di lavoro e che non sanno cosa fare per andare avanti. Del resto il nostro Governo se ne frega, preferisce spolpare il popolo delle partite Iva, dei piccoli risparmiatori, cosa vi aspettate da un gruppo di banchieri che guadagnano milioni di euro all’anno? Troppo spesso si critica, ci si lamenta, ma non si danno soluzioni ai problemi, come dice il comico Crozza, manca sempre il foglio del “come”. E allora cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Per  cercare di combattere una macchina così mostruosa e di queste dimensioni?C’è solo una strada: unirci e formare un esercito compatto, disciplinato. Abile nella comunicazione, al lavoro ovunque, a contatto con la gente comune  per tentare di creare un consenso opposto a quello che oggi domina il nostro paese. Bisogna formare un Movimento, mettere da parte i nostri individualismi per un fronte comune. E’ una strada difficile ma è l’unica che possa riuscire a smantellare questa organizzazione dittatoriale. L’unico modo per far tornare il nostro paese libero è quello di uscire dall’Europa e dall’Euro, non sarà facile, sicuramente porterà povertà come del resto sta già aumentando questo Governo, ma alla fine ci premierà. Noi non riusciremo a vedere i benefici, forse il contario, ma sicuramente i nostri figli e la società futura, un giorno, ci ringrazierà! Meglio poveri, liberi e felici che poveri, schiavi e tristi!

sabato 10 marzo 2012

SIAMO RIMASTI IN MUTANDE


LA COLPA NON E’ DELLE AZIENDE MA DELLA POLITICA



Come responsabile della Piana fiorentina dell’Ugl vorrei intervenire sulla questione della Calvin Klein che ha annunciato di voler dismettere le attività all’Osmannoro (Sesto Fiorentino) e di licenziare 150 lavoratori. Questo brutto film mi pare di averlo già visto negli ultimi anni,  ormai molte aziende preferiscono delocalizzare ed il motivo è sempre lo stesso “l’interesse di marketing” legato anche alla crisi. E’ inutile girarci intorno, la globalizzazione sta mettendo in ginocchio la nostra economia e i primi a pagarne le conseguenze sono i lavoratori. Come sempre non sono mancate le passerelle dei vari politici di turno, in questo caso è toccato al Sindaco Gianassi e all’Assessore Drovandi, ho anche apprezzato la solita battaglia di Rifondazione comunista fatta dal Consigliere Calò e Verdi. Ben venga la solidarietà di tutti, i lunghi documenti presentati nelle varie istituzioni, ma anche le prediche dei vari sindacati o categorie interessate, ma purtroppo con la nostra solidarietà questi lavoratori non riavranno il proprio impiego e chissà cosa andranno a fare visto la carenza di occupazione presente sul nostro territorio. Questo fenomeno ha dimensioni ben più grandi per poterlo risolvere a livello locale ma anche nazionale. Certamente gli ammortizzatori sociali sono uno strumento importante, ma non sono a vita e quel che preoccupa di più è proprio il futuro. Preoccupano non solo le chiusure di piccole, medie e grandi imprese sul territorio, ma anche l’assenza di nuove aperture. Non c’è dubbio che la globalizzazione non sia stata governata da chi aveva il dovere di farlo, ricordo infatti che noi facciamo parte della Comunità Europea e che a mio avviso ha sottovalutato il fenomeno oppure ci ha guadagnato ad ignorarlo. Bisogna però ricordare che spesso le aziende delocalizzano in paesi che fanno parte dell’Europa. Le aziende guardano ai profitti e alla convenienza e non ai discorsi. Il nostro paese è rimasto indietro rispetto al resto del mondo e non parlo solo del mondo Occidentale ma anche Europeo. Purtroppo la colpa è della politica e di tutti i soggetti che non hanno permesso lo sviluppo del nostro paese. Noi non abbiamo molto da offrire a questo mondo globalizzato e infatti le aziende scappano. Un’azienda che investe in Italia, non lo fa per fare volontariato. Se non ha profitti certi, preferisce o delocalizzare o ancora peggio non investire nel futuro di un paese “primitivo”, “non moderno”, svantaggiato da troppa burocrazia inutile, penalizzato da una giustizia lunghissima, da uno Stato che chiede troppe tasse senza dare servizi che non premia la meritocrazia e che ha costi elevatissimi per la gestione aziendale. In Italia, in tutti questi anni ha vinto la politica del no. No alle centrali nucleari, no alla Tav, no al progresso; il nostro è un paese formato da persone paurose e la politica per convenienza e per non perdere voti, ha preferito non fare scelte difficili, ma strategiche per il futuro. Ora purtroppo è tardi e tutti noi paghiamo le conseguenze. Mi preme sottolineare che un esempio è proprio su questo territorio. Dell’aeroporto di Firenze, si parla da anni, per ora abbiamo sentito solo grandi discorsi e litigi, mancano le scelte, il coraggio. La politica deve parlare, litigare meno e agire di più. Voglio ricordare che l’Ugl sta facendo una proposta interessante a livello nazionale proprio sulla “globalizzazione”, nei prossimi mesi per pubblicizzarla, ci saranno anche alcune iniziative importanti sul territorio.


martedì 6 marzo 2012

SICUREZZA A CALENZANO


In questi giorni si sono verificati alcuni furti nella zona di Carraia già interessata da questo fenomeno. Questa frazione si presta più di altre zone di Calenzano perché è una località residenziale abitata da molte persone che sono fuori per lavoro tutta la giornata. La zona colpita in questi giorni e quella di Torri, località anche molto isolata. Devo dire che le forze dell’ordine sono spesso presenti ma nonostante tutto la percentuale di piccoli furti è sempre più preoccupante. Avevo già proposto al Sindaco l’idea di mettere alcune telecamere a Carraia, ben segnalate che potrebbero aiutare le forze dell’ordine  ma soprattutto scoraggiare queste piccole organizzazioni criminali. So benissimo che per collocare nuove telecamere ci sono problemi di privacy e soprattutto di fondi. E’ bene ricordare che questi piccoli ladri avranno sempre più vita facile a causa della nostra giustizia ormai troppo debole. Come sempre a pagare e a dover sopportare questa situazione ma anche ad organizzarsi da soli dovranno essere i cittadini. La vergogna più grande è che ogni cittadino che sopperisce con le proprie risorse per garantirsi un minimo di sicurezza, non ha la possibilità di avere piccoli aiuti economici o sgravi fiscali. Ricordo che la sicurezza dovrebbe essere garantita grazie al pagamento delle tasse. Mi preme sottolineare che a Sollicciano ma il dato è nazionale, più del 70% dei detenuti è extracomunitario. Questo dato dovrebbe far riflettere! Queste persone le manteniamo noi, dopo il furto, anche la beffa! Sarebbe utile fare degli accordi bilaterali e mandarli a scontare la pena nel loro paese. Cercherò di riproporre una mozione al prossimo consiglio comunale nella quale chiederò almeno l’installazione di alcune telecamere. Spero di non avere come sempre da parte del Sindaco la solita scusa e cioè quella di non predisporre di risorse economiche. Voglio ricordare al primo cittadino che ad esempio ci siamo accollati circa 300 mila euro per il nuovo centro civico del Molino, credo che le priorità in questo paese, siano altre. La prima fra tutte la sicurezza per i cittadini.

LETTERA CONGRESSO PROVINCIALE PDL




Sono qui a questo congresso provinciale per ringraziare il mio partito e chi fino ad oggi e in futuro lo ha gestito e continuerà a farlo.

Grazie per avermi sostenuto in campagna elettorale nel 2009 e per aver aiutato personaggi politici a Calenzano che poi hanno dimostrato di sbattere la porta e passare al gruppo misto.

Grazie per aver, contro la mia volontà, nominato un coordinatore incapace a Calenzano che attraverso poche righe, ha abbandonato il partito dopo che per anni non si era mai visto e sentito.

Grazie per aver dato un grande contributo attivo ed economico, alle attività politiche sul territorio e per averci dato un’adeguata formazione politica prima di mandarci in quella gabbia, chiamata consiglio comunale per essere divorati da grossi e astuti leoni di sinistra con grandi denti affilati e molto affamati.

Grazie per aver sempre risposto al telefono ed essere intervenuti ogni qual volta si presentava un momento di difficoltà o incomprensione.

Grazie per aver premiato chi ogni giorno si impegna sul territorio e nei consigli comunali.

Grazie per aver contribuito a quasi dimezzare il numero dei dirigenti, eletti ed elettori a causa di una gestione troppo familiare del partito. Avete sempre premiato gli “amici degli amici”. Del resto meno siamo e meglio è per spartirsi i vari incarichi futuri, tanto i voti li ha sempre presi il Presidente Berlusconi!

Grazie per aver creato un partito dove la meritocrazia è al prima posto e infatti abbiamo avuto come vice coordinatore passato e nominato, ora candidato al congresso unitario, un grande lavoratore, peccato che per ora il suo più grande contributo lo ha dato alla sinistra e non certamente a questo partito.

Grazie per aver creato un luogo a livello provinciale, una sede degna del primo partito nazionale, dove potersi confrontare ogni mese per affrontare in maniera unitaria i vari problemi del territorio, mal governati dalla sinistra.

Grazie per aver pensato sempre a noi “pecorelle smarrite”, invece che alle vostre poltrone presenti e future.

Grazie per aver dato molto spazio alle donne, soprattutto in Regione Toscana, unica rappresentante Stefania Fuscagni.

La lista dei ringraziamenti potrebbe continuare a lungo ma visto che il tempo è prezioso, voglio seriamente ringraziarvi per l’ultimo grande favore che mi avete fatto e che del resto io ho richiesto, non rendermi partecipe del futuro coordinamento di questo partito che nonostante sia stato gestito come ho appena detto nei miei ringraziamenti, inspiegabilmente continua a perdere consensi non solo per scelte politiche nazionali infelici, ma anche una gestione a livello territoriale, sbagliata.

Lo avete gestito bene?

Siete stati bravi?

A me non risulta ma saranno gli elettori ad esprimersi molto presto.

Ricordatevi, i veri consensi sono quelli presi nelle “urne” non certamente in un congresso unitario gestito dai famosi amici degli amici.

Proprio per questo vi ringrazio infinitamente per non avermi coinvolto nel vostro gruppettino familiare; essere esclusa mi darà la possibilità alle prossime elezioni di dire: “Il l’avevo detto”!. Il nostro amato Presidente Berlusconi ha sempre sostenuto che “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. Benissimo, io amo la politica e cerco di farla ogni giorno con impegno e passione quindi sono sicura che prima o poi vincerò.

Nessuno potrà togliermi quello che non mi ha mai dato e che ha per il proprio egoismo, cercato di distruggere!

Nonostante tutto voglio fare i miei sentiti auguri di buon lavoro a Nascosti e Tirelli, sperando che questo mio documento, li possa portare ad una lunga e accurata riflessione non tanto per fare un favore a me, ma per il bene e il futuro di questo partito.

Per finire credo che prima di questi congressi provinciali, un partito serio avrebbe dovuto fare quelli comunali. E’mancata una fase precongressuale. In quella lista che nessuno ha avuto il piacere di visionare prima di oggi, mi auguro che ci siano nomi “nuovi” e cioè di persone del mondo civile e non i soliti eletti, “amici degli amici” perché cari colleghi, se così fosse credo proprio che oggi tutti noi venendo a questo congresso si sia nuovamente perso del tempo.



Aggiungo che dopo questo congresso niente è cambiato, i coordinatori sono rimasti sempre i soliti e fanno fede alla vecchia storia delle quote. Se ieri mi lamentavo di questo coordinamento, oggi, dopo i risultati scontati, non posso che essere nuovamente delusa. Rimango in questo partito che invece che di plastica in futuro sarà di gomma, il risultato non cambia. Andarmene definitivamente non avrebbe senso e sarebbe visto come un tradimento, voglio però ribadire che io non sono e non sarò mai una donna di partito ma del popolo. Questo è il vero motivo di incomprensione tra me e il Pdl. Proprio in virtù di questo, continuerò il mio lavoro in consiglio comunale con questa etichetta, non tradirò il partito, fuori però sarò libera, voglio cominciare a costruire una vera alternativa sul territorio, ormai è chiaro che il Pdl non abbia né la voglia, né la forza per poter cambiare la situazione a livello locale. Porterò avanti una lista civica aperta a tutti, voglio ricominciare a sperare non dai partiti ma dai cittadini.