lunedì 26 marzo 2012

Caro segretario Alfano, l'articolo 18 non si tocca!

Non sono favorevole a questa riforma sul lavoro, non penso che modificando l'articolo 18 si possa creare più occupazione, anzi, credo proprio che sia il contrario. La flessibilità è una parola che non mi piace, significa togliere ai lavoratori quei pochi diritti che si sono conquistati in molti anni di dure battaglie. La crisi economica e occupazionale non può e non deve essere pagata dai soliti lavoratori ma da chi veramente l'ha creata. Bisogna cominciare a dire la verità, la globalizzazione e le multinazionali stanno distruggendo tutti i diritti dei lavoratori e vorrebbero imporre gli stessi trattamenti che sono riservati a quelli nei paesi emergenti che da sempre sono stati sfruttati. Questo è il Governo delle banche e della finanza, nonchè delle multinazionali. La riforma proposta dal Ministro Fornero andrà ad accontentare le multinazionali e le grandi aziende e non certamente i lavoratori. Se un lavoratore dipendente potrà essere licenziato con una semplice "crisi aziendale", visto la situazione economica in cui si trovano oggi molte medie e grandi imprese, praticamente il licenziamento, sarà uno degli strumenti più utilizzati per selezionare i lavoratori. Questo è il vero problema. Si faciliterà il lavoro a "cottimo" e chiunque proverà a ribellarsi, con la scusa della crisi, verrà immediatamente licenziato con un indennizzo. A questo punto si potrebbe liberalizzare tutto il lavoro e abolire il "dipendente", è evidente che senza più regole rigide, i lavoratori dipendenti, saranno ormai simili ai lavoratori "autonomi". Tanto vale, eliminare il lavoro "dipendente" e renderlo "autonomo", ogni lavoratore potrebbe aprire una piccola partita Iva, stipulare un contratto privato con l'azienda dove verrebbero precisati tutti gli obblighi dell'uno e dell'altro. In questo modo il lavoratore sarebbe libero di decidere quante ore lavorare e potrebbe stabilire il proprio stipendio in base alla propria bravura. La differenza a questo punto sarebbe solo per il pagamento delle tasse, il lavoratore dipendente le paga direttamente in busta paga, l'autonomo le versa personalmente. Lo so che è una proposta "choc", ma è quello che veramente ci regalerà la modifica dell'articolo 18, così come è stata pensata da questo Governo. Se passerà questa riforma, bisognerà cambiare il nome di questi lavoratori, non più "dipendenti" ma  "liberi" o come ho già detto "autonomi". Non si può pensare che un'azienda in crisi possa licenziare e l'anno successivo, essendosi ripresa, non abbia l'obbligo di dover riassumere il lavoratore allontanato. Tanto vale che un lavoratore sia sempre libero e possa decidere da chi e come lavorare. Forse una proposta del genere colpirebbe i sindacati che non avrebbero più la possibilità di avere i soldi delle tessere, potrebbero comunque prestare una tutela diversa. Mi chiedo come si possa continuare a dire che in questo paese il lavoro è tutelato, dopo questo decreto, non più, il Ministro Fornero ha dichiarato che andrà avanti anche senza l'accordo delle parti sociali, credo che sia una dichiarazione vergognosa, non  accettabile in un paese "democratico" e "civile". Se una frase del genere l'avesse detta un Ministro del Governo Berlusconi, la sinistra avrebbe fatto la "rivoluzione", ora mi chiedo quella stessa sinistra che ha sempre detto di difendere i più deboli e i lavoratori, che fine abbia fatto. Siamo in presenza di una sinistra di serie A e di serie B. E la Cgil, quale parte intende difendere? Per quanto mi riguarda so benissimo che sia il mio sindacato, l'Ugl, che il mio partito, sono abbastanza favorevoli a questa riforma. Bene, io no, sono contraria e ancora una volta ho il coraggio di dichiararlo, il centrodestra è stato votato da tantissimi lavoratori dipendenti, io intendo scendere in piazza con loro contro l'articolo 18. Una "rivoluzionaria di destra" che non accetta questa "dittatura" finanziaria a favore delle lobbies e non del popolo

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