Il giorno 11
novembre ho visistato con l’Onorevole Paolo Bartolozzi il carcere penitenziale di Livorno.
Nell’incontro
il direttore Dott. Casarano ha immediatamente fatto una premessa “Sarebbe
assurdo dire che non ci sono problemi, mancano le risorse, il personale lavora
in situazioni critiche. Rimane impossibile con l’organico presente, rispettare
i diritti lavorativi . Nel periodo natalizio sarà difficile garantire le ferie
per tutti. Anche organizzare i turni è impossibile, l’orario del personale
sarebbe di 6 ore, sono invece richieste ai lavoratori circa 8 ore al giorno. Si
potrebbero richiedere turni così lunghi per il personale impiegato nei lavori
amministrativi, ma non per quello dei reparti. Il personale presente ha una
certa anzianità di servizio ed è costretto dopo tanti anni a sacrificarsi
sempre di più e la situazione è sempre meno sostenibile. Il personale è sotto
organico di circa il 35%.
Il carcere
ha un sovraffollamento, sono previsti 250 posti e sono presenti 460 detenuti,
quasi il doppio. Quindi doppio carico di lavoro con meno personale. La presenza
di detenuti extracomunitari è del 70%.La situazione è notevolmente peggiorata
negli ultimi anni. I detenuti in attesa di giudizio sono il 40%. Dato che corrisponde
alla media nazionale. Un’ eventuale “retata” ci mette in ginocchio. Determinati
meccanismi legislativi che sono in atto sono penalizzanti. I problemi non sono
gli “ingressi” ma quelli che non escono”.
Alla domanda
dell’Onorevole su cosa ne pensa dei braccialetti elettronici, il direttore ha
puntualizzato “Sì potrebbe fare per posizioni particolari, soggetti
psicolabili, scarsa pericolosità sociale dove è inutile la carcerazione
preventiva. Quindi non per tutti. Se dovessi piuttosto investire lo farei nelle
video conferenze per eliminare le spese degli spostamenti. I processi hanno
diverse udienze cadenzi ali, questo comporta troppi spostamenti con mezzi
inadeguati e con costi elevati. Manca una regionalizzazione della pena e non è
possibile assicurarla. I processi li fanno dove il detenuto ha commesso il
reato e non dove ha trovato collocazione per scontare la pena. Ci sono troppi
detenuti in giro per l’Italia. E’ un meccanismo contorto che non funziona e che
richiede troppe risorse che poi vengono a mancare in altri settori. I problemi
che ci sono nelle carceri italiane, si assomigliano, ci sono istituti con più o
meno criticità, le questioni da affrontare sono tante e non hanno colore
politico ma nessun Governo fino ad ora è riuscito a migliorare la
situazione. Ci vuole una presa d’atto
della politica nel verificare i problemi, manca la sicurezza sul lavoro,
bisogna cercare di sistemare per prime le situazioni più critiche.
Sullo
stabile nuovo appena ultimato il direttore ha replicato che l’apertura verrà
decisa direttamente da Roma ma attualmente esiste un problema sull’ingresso del
nuovo stabile, segue la situazione l’ufficio “Beni e Servizi di Roma”.
Ci sono dei
problemi infrastrutturali (il direttore non si è sbilanciato ma abbiamo potuto
constatare la situazione successivamente durante la visita dello stabile),
esiste un padiglione in degrado (costante manutenzione) è già in programma il
rifacimento delle facciate (padiglione D), per ora dei piccoli lavori di
restauro sono stati fatti ma necessitano altri di grossa portata. Questa
amministrazione si è già attivata e ha comunicato la situazione”.
Durante la
visita sono emerse molte criticità, le più evidenti sono state:
a) In una cella di 12 mq sono presenti 6
detenuti che cucinano in bagno usando come gas delle bombolette da campeggio,
molto pericolose perché spesso usate per stordirsi dai detenuti
tossicodipendenti o addirittura per tentare il suicidio.
b) In una cella di 8 mq sono presenti 3
detenuti.
c) L’infermeria che è un distaccamento
dell’Asl presenta vetri rotti e infiltrazioni d’acqua.
d) Di notte è presente una sola guardia
e in caso d’urgenza deve attendere l’intervento dei colleghi che richiede
troppo tempo.
e) In molte zone sono presenti
infiltrazioni d’acqua e alcune crepe pericolose.
I lavoratori sono circa 172, 30 impiegati
amministrativi, in molti ritengono che il reparto D deve assolutamente
chiudere.
La mia
modesta impressione è che questa struttura presenta problematiche
infrastrutturali rilevanti, mancanza di organico a causa del sovraffollamento
che oltre a creare problemi ai detenuti, obbliga soprattutto i lavoratori a
vivere situazioni ricorrenti molto pericolose e psicologicamente toccanti. La
mia speranza è che la politica “tutta” si faccia carico seriamente di questi
problemi. Non si può più aspettare, è evidente che in Italia i tempi troppo
lunghi della giustizia penalizzano la situazione delle carceri. Anche la
percentuale di extracomunitari presenti non può essere sottovalutata. E’ proprio
necessario fargli scontare la pena in Italia? Non spenderemo meno a rimpatriarli con appositi accordi? Solo
visitando queste strutture ci si rende conto del fallimento della politica
negli ultimi 30 anni. E’ l’ora di rialzarsi!
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