giovedì 17 novembre 2011

Visita all'Istituto Penitenziale di Livorno



Il giorno 11 novembre ho visistato con l’Onorevole Paolo Bartolozzi  il carcere penitenziale di Livorno.

Nell’incontro il direttore Dott. Casarano ha immediatamente fatto una premessa “Sarebbe assurdo dire che non ci sono problemi, mancano le risorse, il personale lavora in situazioni critiche. Rimane impossibile con l’organico presente, rispettare i diritti lavorativi . Nel periodo natalizio sarà difficile garantire le ferie per tutti. Anche organizzare i turni è impossibile, l’orario del personale sarebbe di 6 ore, sono invece richieste ai lavoratori circa 8 ore al giorno. Si potrebbero richiedere turni così lunghi per il personale impiegato nei lavori amministrativi, ma non per quello dei reparti. Il personale presente ha una certa anzianità di servizio ed è costretto dopo tanti anni a sacrificarsi sempre di più e la situazione è sempre meno sostenibile. Il personale è sotto organico di circa il 35%.

Il carcere ha un sovraffollamento, sono previsti 250 posti e sono presenti 460 detenuti, quasi il doppio. Quindi doppio carico di lavoro con meno personale. La presenza di detenuti extracomunitari è del 70%.La situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi anni. I detenuti in attesa di giudizio sono il 40%. Dato che corrisponde alla media nazionale. Un’ eventuale “retata” ci mette in ginocchio. Determinati meccanismi legislativi che sono in atto sono penalizzanti. I problemi non sono gli “ingressi” ma quelli che non escono”.

Alla domanda dell’Onorevole su cosa ne pensa dei braccialetti elettronici, il direttore ha puntualizzato “Sì potrebbe fare per posizioni particolari, soggetti psicolabili, scarsa pericolosità sociale dove è inutile la carcerazione preventiva. Quindi non per tutti. Se dovessi piuttosto investire lo farei nelle video conferenze per eliminare le spese degli spostamenti. I processi hanno diverse udienze cadenzi ali, questo comporta troppi spostamenti con mezzi inadeguati e con costi elevati. Manca una regionalizzazione della pena e non è possibile assicurarla. I processi li fanno dove il detenuto ha commesso il reato e non dove ha trovato collocazione per scontare la pena. Ci sono troppi detenuti in giro per l’Italia. E’ un meccanismo contorto che non funziona e che richiede troppe risorse che poi vengono a mancare in altri settori. I problemi che ci sono nelle carceri italiane, si assomigliano, ci sono istituti con più o meno criticità, le questioni da affrontare sono tante e non hanno colore politico ma nessun Governo fino ad ora è riuscito a migliorare la situazione.  Ci vuole una presa d’atto della politica nel verificare i problemi, manca la sicurezza sul lavoro, bisogna cercare di sistemare per prime le situazioni più critiche.

Sullo stabile nuovo appena ultimato il direttore ha replicato che l’apertura verrà decisa direttamente da Roma ma attualmente esiste un problema sull’ingresso del nuovo stabile, segue la situazione l’ufficio “Beni e Servizi di Roma”.

Ci sono dei problemi infrastrutturali (il direttore non si è sbilanciato ma abbiamo potuto constatare la situazione successivamente durante la visita dello stabile), esiste un padiglione in degrado (costante manutenzione) è già in programma il rifacimento delle facciate (padiglione D), per ora dei piccoli lavori di restauro sono stati fatti ma necessitano altri di grossa portata. Questa amministrazione si è già attivata e ha comunicato la situazione”.



Durante la visita sono emerse molte criticità, le più evidenti sono state:

a)     In una cella di 12 mq sono presenti 6 detenuti che cucinano in bagno usando come gas delle bombolette da campeggio, molto pericolose perché spesso usate per stordirsi dai detenuti tossicodipendenti o addirittura per tentare il suicidio.

b)    In una cella di 8 mq sono presenti 3 detenuti.

c)     L’infermeria che è un distaccamento dell’Asl presenta vetri rotti e infiltrazioni d’acqua.

d)    Di notte è presente una sola guardia e in caso d’urgenza deve attendere l’intervento dei colleghi che richiede troppo tempo.

e)     In molte zone sono presenti infiltrazioni d’acqua e alcune crepe pericolose.



 I lavoratori sono circa 172, 30 impiegati amministrativi, in molti ritengono che il reparto D deve assolutamente chiudere.

La mia modesta impressione è che questa struttura presenta problematiche infrastrutturali rilevanti, mancanza di organico a causa del sovraffollamento che oltre a creare problemi ai detenuti, obbliga soprattutto i lavoratori a vivere situazioni ricorrenti molto pericolose e psicologicamente toccanti. La mia speranza è che la politica “tutta” si faccia carico seriamente di questi problemi. Non si può più aspettare, è evidente che in Italia i tempi troppo lunghi della giustizia penalizzano la situazione delle carceri. Anche la percentuale di extracomunitari presenti non può essere sottovalutata. E’ proprio necessario fargli scontare la pena in Italia? Non spenderemo meno  a rimpatriarli con appositi accordi? Solo visitando queste strutture ci si rende conto del fallimento della politica negli ultimi 30 anni. E’ l’ora di rialzarsi!

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